San Pantaleo - Guida Turistica

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 L'attuale centro si è sviluppato per volontà degli abitanti di alcuni stazzi, che videro accolta la loro richiesta di divenire parrocchia nel 1894, grazie al magnanimo vescovo di Tempio. Intorno alla piccola chiesa campestre di San Pantaleo (ricostruita nel 1903) crebbe velocemente il paese. Lo sviluppo degli ultimi decenni è da imputare al turismo, che ha radicalmente cambiato l'aspetto originario del piccolo centro.
  La chiesa fu dedicata a San Pantaleo, il cui culto ha radici profonde nella popolazione sarda, e il santo viene festeggiato ogni anno dal 27 al 30 luglio con spettacoli e danze tradizionali.
 La succitata Cala fa parte del comune di Arzachena ma, data la poca distanza con il paesino di San Pantaleo le due località vengono spesso accostate come accessorie l'una dell'altra. Partendo da Aglientina e seguendo la litoranea sulla destra, opposta a Portisco, si aggira il Golfo di Cugnana; seguendo le indicazioni per Cugnana Verde e superandola, si arriva alla vetta omonima, posta a cavallo della penisola di Golfo Aranci permette un ampia panoramica, che va dalla Costa Smeralda fino al Golfo di Olbia, con una visuale dell'isola di Tavolara davvero unica. Ritornando sulla strada principale, al primo bivio a sinistra s'imbocca la strada per Porto Rotondo.
 Il paesino di San Pantaleo è una sorta di Torre di Babele degli artigiani, con produzioni incredibili ed esclusive. Un nome su tutti è quello di Petra Sarda, un team di ceramisti che lavorano il gres, una miscela di argilla e ossidi metallici che richiede una lavorazione di settimane, prima di dar vita a delle ceramiche d'autore uniche, esportate in tutto il mondo.
 Sempre in paese ci sono maestri fabbri, abilissimi nel realizzare capolavori in ferro battuto; non sono da meno gli intarsiatori, capaci di creare sculture in legno con il solo martello ed il cesello, usando tecniche vecchie quasi quanto la storia dell'isola.